Il segreto Elisir di giovinezza di Diane di Poitiers: l’ORO liquido
Celebrata per la sua bellezza e per il ruolo influente che ebbe nella politica del re Enrico II di Francia, Diane ne fu l’unico amore nonostante avesse 20 anni più di lui.
Diane di Poitiers (Saint-Vallier, 3 settembre 1499 – Anet, 26 aprile 1566) fu contessa di Saint-Vallier, duchessa d’Étampes, duchessa del Valentinois e amante ufficiale del re Enrico II di Francia.
Diane fu la primogenita di Giovanni di Poitiers, visconte d’Estoile e signore di Saint-Vallier, e di Giovanna di Batarnay. Il 16 aprile 1515 sposò Luigi di Brézé, conte di Maulevrier, al quale diede due figlie, ma che la lasciò vedova il 23 luglio 1531: da allora Diane vestì il lutto in maniera definitiva.
Nel 1536 divenne dama di buone maniere e amante del diciassettenne duca d’Orléans, il delfino figlio di Francesco I e successivamente re di Francia col nome di Enrico II e, nonostante Diane avesse 20 anni di più, fu da lui amatissima per tutta la vita.
Diana al potere
Diane condivise l’influenza dapprima con la duchessa d’Étampes, Anne de Pisseleu, favorita del re Francesco I, padre di Enrico: ognuna di loro aveva il proprio partito alla corte e la loro rivalità sfociò diverse volte in scene scandalose. Diane approfittò della propria posizione per influenzare Enrico II nel momento in cui questo salì al trono (1547): fece esiliare la duchessa d’Étampes, l’anno dopo fu nominata duchessa del Valentinois e divenne presto potentissima; persino Caterina de’ Medici, giovane moglie di Enrico II sua coetanea, arrivata da Firenze nel 1533 con le carrozze zeppe di fiorini e opere d’arte, dovette cedere all’ascendente della favorita sul re e le affidò la cura dei loro figli.
Era una fervente cattolica, così spinse il suo amante a reprimere i protestanti: operava in stretto accordo col maresciallo di Saint-André e il cardinale Carlo di Guisa, favorevole alla guerra contro l’Inghilterra e all’intervento nelle questioni italiane, ma anche con la fazione contraria del connestabile di Montmorency (che aveva protetto i suoi amori col delfino), ispiratore di una politica estera filoasburgica e che guidava a corte la fazione calvinista.
Alla morte di Enrico (ferito mortalmente nel 1559 in una giostra), Caterina de’ Medici divenne reggente del figlio Francesco II; Diane restituì i gioielli ricevuti in dono da Enrico e fu obbligata a restituire alla corona il castello di Chenonceau. Si ritirò ad Anet, in Normandia, dove morì a 66 anni. Nel 1795 i rivoluzionari assaltarono il castello e profanarono la tomba di Diane, un sarcofago di marmo nero che la sua statua scolpita in atto di preghiera. I suoi resti vennero estratti dalla cassa di piombo (che servì per ricavarne pallottole) e gettati in una fossa comune insieme a quelli di due figli morti in tenera età, mentre alcuni capelli furono conservati come macabro souvenir.
Il segreto dell’eterna giovinezza della bellissima favorita
Amò l’arte e protesse gli artisti; fece costruire da Philibert Delorme il Castello di Chenonceaux, una delle costruzioni più prestigiose del tempo; Jean Goujon ne ritrasse le forme scultoree nella famosa Diana cacciatrice, ora al Louvre; Du Bellay, Ronsard, Pelletier la celebrarono nei loro canti, mentre il severo de Thou le rese omaggio nella sua storia.
La tradizione vuole che sul suo seno (celebrato dal pittore François Clouet), sia stata modellata la coppa ideale dello champagne: questo vino era considerato il migliore, come il seno di Diane era ritenuto il più bello della sua epoca.
Per distrarre il suo regale amante organizzava balli, tornei, partite di caccia e non trascurò mai la sua bellezza che ha conservato a lungo grazie a un Elisir di bellezza e giovinezza (la cui ricetta non è più segreta) che probabilmente beveva ogni giorno: sin dall’antichità si riteneva che l’ORO proteggesse da ogni malattia donando il potere del Sole e ritardasse l’invecchiamento; nel Rinascimento l’ORO liquido (o potabile) si otteneva utilizzando una mistura ricavata da una moneta d’ORO (i zecchini veneziani erano di metallo purissimo) parzialmente disciolta in acqua regia, una soluzione composta da acido nitrico e di acido muriatico. Diane dimostrava metà dei suoi anni, ma l’intossicazione cronica e devastante causata da questi acidi era rivelata dalla “meravigliosa tinta pallida” che Brantôme descrisse poco prima della sua morte, in realtà per la grave anemia, esaltata dagli abiti sempre neri che indossava.
Nel 2009 una équipe specializzata nella ricerca paleopatologica, guidata dal genetista Bertrand Ludes (che aveva già smascherato le false reliquie di Giovanna d’Arco), ha analizzato delle ossa, trovate ad Anet in una fossa comune con due bambini, appartenenti a una donna ci circa 60 anni e dal fisico atletico, che gli scienziati Joel Poupon e Philippe Charlier hanno identificato con quelle di Diane grazie al confronto coi capelli rubati dai giacobini e conservati in un medaglione. Sono stati fatti prelievi di DNA in un dente e in piccoli frammenti di tessuti; tra gli altri, una tibia che presentava una frattura molto netta: Diane infatti si era spezzata una gamba, un anno prima di morire, cadendo da cavallo. È stato riscontrato un alto tasso di piombo (causato dalla permanenza nel sarcofago), ma il dato più incredibile è il tasso d’ORO concentrato nelle ossa, oltre 250 volte superiore al normale; lo stesso risultato è emerso dai capelli, che hanno ulteriormente confermato una notevole percentuale di mercurio (usato nella raffinazione dell’ORO).
Sia la scienza che l’esperienza attuale rivelano che l’ORO l’ha di fatto protetta da intossicazioni di metalli pesanti e acidi, ma non solo: la rendeva bellissima e sempre giovane, dotandola di una grande vivacità mentale e di un sistema ormonale attivo: fu così che tenne strettamente legato il re Enrico II
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
B. Capefigue, Diane de Poitiers, Parigi 1860;
G. Guiffrey, Lettres inédites de Diane de Poitiers, Parigi 1865;
J. Hay, Madame Diane de Poitiers, Londra 1900;
J. Orieux, Caterina de’ Medici. Un’italiana sul trono di Francia, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1988, ISBN 88-04-30464-2.
“Henry II’s mistress returned to righful resting place”, 31 maggio 2010, The Sunday Times
“Fatal Alchemy”, video del 2009 da BMJ
A gold elixir of youth in the 16th century French court | The BMJ //www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-1236916/Dying-look-good-French-kings-mistress-killed-gold-elixir-youth.html#ixzz4lF7bIOvG
//www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-1236916/Dying-look-good-French-kings-mistress-killed-gold-elixir-youth.html#ixzz4lIP7g3xH