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  • Caratteristiche e produzione dell’ORO

    L’ORO (Au dal latino Aurum) è un metallo nobile, lucente, tenero, pesante, duttile, malleabile, di colore giallo, dovuto all’assorbimento delle lunghezze d’onda del blu dalla luce incidente. Può assumere una colorazione diversa a seconda delle sue leghe: rossa col 20,5% di RAME, rosa col 5% di ARGENTO e 20% di RAME, blu col FERRO (con un trattamento termico), violetta con l’ALLUMINIO, bianca col PLATINO, NICHEL, PALLADIO, grigio con PALLADIO e ARGENTO, nera col BISMUTO e l’ARGENTO; si trova allo stato nativo spesso accompagnato da una frazione di argento (compresa tra l’8% e il 10%), sotto forma di electron (oro e argento naturale). Al crescere del tenore di ARGENTO, il colore del metallo diviene più bianco e la sua densità diminuisce. Quando è puro e finemente suddiviso in soluzione colloidale appare rossastro, in trasparenza, mentre appare verde se ridotto a una lamina finissima. Con il MERCURIO forma un amalgama, ma non un composto chimico.

    È il metallo più duttile e malleabile: un grammo d’ORO può essere battuto in una lamina di 1 metro quadrato dello spessore di 1 micron. È un metallo tenero e per conferirgli una maggiore resistenza meccanica viene lavorato in lega con altri metalli, per cui i fogli di ORO alimentare 23k di produzione industriale contengono una piccola parte di ARGENTO 999,9 ‰, mentre i fogli d’ORO alimentare 24k sono lavorati artigianalmente col metallo puro.

    L’ORO è inalterabile: non viene intaccato né dall’aria né dalla maggior parte dei reagenti chimici. Questa sua elevata inerzia chimica ne ha fatto un materiale ideale per il conio di monete e per la produzione di ornamenti e gioielli. Non si altera con l’ossigeno, l’umidità, il calore, gli acidi e gli alcali caustici, invece può essere ossidato con acqua regia o con soluzioni acquose contenenti lo ione cianuro in presenza di ossigeno o perossido di idrogeno. A contatto con il mercurio si scioglie e forma amalgami. Inattaccabile dalla maggior parte dei composti chimici, reagisce in pratica solo con l’acqua regia e con lo ione cianuro.

    È un eccellente conduttore di elettricità, il migliore tra i metalli dopo l’ARGENTO e il RAME ma, a differenza di questi ultimi, non si ossida facilmente, perciò viene utilizzato per contatti o conduttori di dimensioni microscopiche.

    Per via della sua elevata inerzia chimica, l’ORO si trova principalmente allo stato nativo o legato ad altri metalli. Spesso si presenta in forma di granelli e pagliuzze, ma a volte si trovano anche agglomerati grandi agglomerati detti pepite. I granelli appaiono inclusi in minerali o sulle superfici di separazione tra cristalli di minerali. L’oro si trova associato al QUARZO, spesso in filoni, e ai solfuri minerali (come pirite, calcopirite, galena, sfalerite, arsenopirite, stibnite e pirrotite). Meno frequentemente è associato a petzite, calaverite, silvanite, muthmannite, nagyágite e krennerite.

    L’ORO è distribuito ampiamente in tutta la crosta terrestre, con una concentrazione media di 0,03 ppm (0,03 grammi per tonnellata). Quelli primari sono di origine idrotermale e sono presenti entro rocce eruttive acide o metamorfiche I più comuni giacimenti primari sono detti “filoni” o “vene”, mentre i giacimenti secondari si formano per dilavamento dai primi che vengono erosi dalle intemperie e formano giacimenti di ORO alluvionale. Un altro tipo di giacimento è associato a scisti e rocce calcaree sedimentarie che contengono tracce d’ORO e di altri metalli del gruppo del PLATINO, finemente disperse. Un giacimento generalmente necessita di qualche processo di arricchimento per poter diventare sfruttabile: un processo chimico o fisico (come l’erosione o lo scioglimento) o un più generale metamorfismo, con cui si concentra l’oro disperso nei solfuri o nel quarzo. In quest’ultimo caso è possibile l’estrazione con procedimenti che non impiegano agenti chimici, come il CIANURO o il MERCURIO (ORO etico).

    La maggiore quantità di ORO del pianeta è contenuta negli oceani (si calcola che contengano in soluzione circa 70 milioni di tonnellate di metallo), la cui estrazione non è tuttavia ancora uscita dallo stadio di ricerca, con una concentrazione prossima a 1,3 mg di ORO per tonnellata di acqua marina. Si calcola che nel 2001 ci fosse in circolazione una quantità totale di ORO pari a 140 000 tonnellate, l’equivalente di un cubo di 20 metri di lato.  

    Sin dal 1880 il Sudafrica è stato la fonte di circa 2/3 dell’ORO estratto sul pianeta. La città di Johannesburg è stata costruita alla sommità di uno dei più grandi giacimenti del mondo. I giacimenti negli stati sudafricani dell’Orange e del Transvaal hanno invece le miniere più profonde. La guerra Boera del 1899-1901 tra i boeri e i britannici fu in parte dovuta ai diritti di sfruttamento e ai contenziosi aperti proprio sulle proprietà delle miniere sudafricane.

    A partire dal 2007 la posizione di predominio del Sudafrica è stata superata dalla Cina, la cui produzione nel 2008 è giunta fino a 260 tonnellate di oro l’anno. Tra gli altri maggiori produttori figurano gli Stati Uniti (principalmente nel Dakota del Sud e in Nevada), il Canada, l’Australia (principalmente nello stato dell’Australia Occidentale), la Nuova Zelanda, il Perù, la Russia e la Transilvania (Romania).

    I più importanti giacimenti alluvionali sono quelli sudafricani del Withwatersrand; altri sono presenti in America Settentrionale (Alaska, California), Russia (Urali e Siberia), Brasile, Australia, Messico e Colombia. Solo il 10-15% dell’ORO è attualmente ricavato dalle  sabbie aurifere: la maggior parte invece si ottiene da giacimenti rocciosi. Si coltivano miniere che contengono solo qualche grammo di ORO per tonnellata di roccia; queste miniere sono di solito molto profonde: negli USA oltre 2000 m, in India circa 3000 m, in Sudafrica anche 4300 m; nel Nevada si hanno miniere a cielo aperto. Una parte notevole dell’ORO si ottiene come sottoprodotto nella lavorazione di altri metalli (PIOMBO, ZINCO, RAME, NICHEL) o di metalli nobili (ARGENTO, PLATINO).

    L’ORO in Italia si trova in piccole quantità nelle alluvioni  del Po, del Ticino, delle due Dore, della Sesia, del Serio, ecc. Nelle viscere del Monte Rosa si trova un giacimento superiore a quelli attualmente più produttivi (presenti in Sudafrica), ma a causa di problemi ambientali, di sicurezza e di costi, non è attualmente sfruttato. Tale giacimento fu invece attivamente coltivato fin da epoche antiche (con estrazione di oro da pirite e arsenopirite aurifera) scavando progressivamente oltre 60, forse 100 km di miniere in galleria in Piemonte a Macugnaga, in Valle Anzasca. Tra queste la miniera d’ORO della Guia nella frazione Borca, oggi accessibile a visite guidate. L’ultima miniera attiva di Macugnaga, nella frazione Pestarena (in attività probabilmente dall’epoca romana), fu chiusa nel 1961 anche a seguito di un incidente in cui persero la vita 4 lavoratori. Anche in Valsesia fu estratto l’ORO del Monte Rosa. Altri piccoli giacimenti sono stati quelli in Val d’Aosta (Arbaz, Challand-Saint-Anselme) e l’ultimo giacimento d’ORO oggetto di coltivazione in Italia fu quello di Furtei nella provincia del Sud Sardegna, chiuso nel 2008. Prospezioni di tipo geofisico hanno dimostrato che l’ORO è abbastanza frequente, in bassissime concentrazioni, in varie zone della Toscana, della Sardegna e di altre regioni.

    L’Italia è dal 1998 il maggiore trasformatore di oro al mondo, con una media di 450-500 tonnellate lavorate ogni anno.

  • L’Oro colloidale LIVING SOURCE è costituito da nanoparticelle di Oro puro  – Metallo nobile, molto raro, Elemento chimico Au – caratterizzato da dimensioni piccolissime: da 0,62 a 100 nanometri (1 nm = 1 miliardesimo di metro) uniformemente disperse in una sospensione con acqua bidistillata pura che contiene anche una minima percentuale di ioni dello stesso metallo disciolti. La tecnologia moderna procura metalli totalmente puri, relativamente economici e altamente bio-disponibili nella forma colloidale.

  • L’ORO, grazie alla sua malleabilità, duttilità ed elasticità e soprattutto bio-compatibilità, si presta per realizzare strumenti chirurgici e aghi per agopuntura; è ampiamente usato in odontoiatria e in odontotecnica per risolvere i problemi legati alla sostituzione di tessuti duri per trapianti di tessuto osseo e realizzazione di protesi in grado di sopportare carichi elevati con piccole sezioni; è molto comune l’uso per ricostruzioni parziali della parte occlusale del dente, specificatamente per otturazioni molto estese: garantiva una lunga durata rispetto all’amalgama, utilizzata solo per piccole otturazioni. Viene comunemente usato anche per corone dentarie, ponti, cappe radicolari, scheletrati per protesi...

    L’ORO (insieme al più comune Titanio) viene ancora utilizzato per realizzare i fissatori esterni: dispositivi ortopedici usati nel trattamento delle fratture o nella correzione dei difetti ossei, montati all’esterno del corpo che vengono fissati all’osso mediante pins (perni) o wires (fili metallici) che trapassano la cute e i tessuti intermedi.

    Dal 1929 l’ORO è stato introdotto come cura complementare per l’artrite dal francese Jacques Forestier. Dopo la seconda guerra mondiale alcuni studi hanno dimostrato l’auroterapia (o crisoterapia) con Sali d’ORO (auro-tiomaleato di sodio Au 46%; auro-tioglucosio Au 50% ; auro-tio-polipeptide Au 13 %) dal 1935 è efficace per tenere sotto controllo alcune malattie autoimmuni e in particolare l’artrite reumatoide in quanto dimostra di ridurre le infiammazioni, alleviare il dolore, ridurre il gonfiore e la rigidità di articolazioni ed ossa, diminuisce il rischio di deformità articolare e di disabilità. Tuttavia si stima che questa terapia (comunemente somministrata per via orale o per iniezioni sottocutanee, intramuscolari o endovenose) sia realmente efficace solo sul 60-70% dei pazienti, inoltre l’uso prolungato di questi Sali, ovvero il farmaco associato al metallo, può comportare seri effetti collaterali (ovvero sintomi quali anemia e danni generali all’organismo, epatici, renali e cutanei). Un isotopo radioattivo dell’ORO (198Au colloidale) è usato in alcune terapie anti-tumorali. Interessante notare che, dopo somministrazione per via iniettiva, questo radioisotopo tende ad accumularsi nell’area pettorale.

    Altro tipico utilizzo dell’ORO in medicina è quello di materiale per la creazione di impianti per il drenaggio e l’areazione del tratto medio dell’orecchio. La scelta di questo materiale è dovuta all’elevata resistenza dell’ORO alle colonizzazioni batteriche.

    Nel campo del rivestimento delle arterie coronariche l’ORO ha una lunga tradizione di utilizzo: piccolissime strisce vengono inserite all’interno di vene e arterie per creare un reticolo di rafforzamento, così da mantenerle aperte e permettere il passaggio del sangue. Questo sistema è utilizzato anche per la creazione di materiale di impianto per il trattamento delle paralisi dei nervi facciali.

    In chirurgia plastica è in uso dagli anni ’60 la tecnica ambulatoriale del lifting con filo d’ORO, il remaillage, che consiste nel creare all’interno della pelle una maglia (dal francese “maille”): con un ago sottilissimo viene inserito sotto la cute un filo d’ORO purissimo al 99,9% accoppiato a due fili riassorbibili che formano una maglia intrecciata larga come una rete da pesca.

    L’organismo reagisce localmente alla presenza dell’ORO stimolando i fibroblasti a produrre fibrosi e collagene sottocutaneo che faranno da sostegno con la loro maglia impedendo a lungo il cedimento della pelle.

    Il lifting con filo d’ORO contrasta il rilassamento di diverse zone del corpo causato dal cedimento muscolare e cutaneo quali guance, sottomento, collo, decolleté, zona sotto mammaria, ventre, sottobraccia, interno cosce, zona del sottogluteo, mani e area sopra il ginocchio.

    Da 5 anni un Gruppo di Ricerca dell’Università di Padova, diretto dalla prof.ssa Dolores Fregona in collaborazione con l’IOV -Istituto Oncologico Veneto– e il Karmanos Cancer Institute di Detroit, USA, sta svolgendo uno studio che si basa sui metalli (ORO e inoltre RAME, ZINCO e RUTENIO) come agenti terapeutici e diagnostici per trovare nuove cure più efficaci e meno invasive contro il cancro, in particolare contro i tumori “orfani”, quelli, cioè per cui non esistono cure efficaci, e le malattie degenerative. Il segreto sta nel legare queste “bombe” anticancro a base di ORO a una specifica biomolecola, che sfrutta le proteine come vettori di trasporto trasferendo l’ORO direttamente all’interno delle singole cellule tumorali, consentendo all’organismo di combatterle e poi eliminarle. Questo avviene in modo selettivo perché le cellule malate assumono queste biomolecole in maggior quantità rispetto a quelle sane. È una specie di “cavallo di Troia” in cui l’ORO, una volta all’interno delle cellule cancerose, blocca specifici enzimi che hanno un ruolo chiave nel processo vitale del tumore, oppure agisce sullo stato ossidoriduttivo cellulare.
    (Per saperne di più leggi l’articolo: www.livingsource.it/metalli-sconfiggono-cancro

    Forestier J. (1935). “Rheumatoid arthritis and its treatment with gold salts – results of six years experience.”. J Lab Clin Med 20: 827–40.
    M. Negom Kouodom, L. Ronconi, M. Celegato, C. Nardon, L. Marchiò, Q.P. Dou, D. Aldinucci, F. Formaggio, D. Fregona, “Toward the selective delivery of chemotherapeutics into tumor cells by targeting peptide transporters: tailored gold-based anticancer peptidomimetics”, J. Med. Chem. 2012, 55, 2212-2226
    L. Dalla Via, C. Nardon, D. Fregona, “Targeting the ubiquitin proteasome pathway with inorganic compounds to fight cancer: a challenge for the future”, Future Med. Chem. 2012, 4, 525-543.

  • L’ORO in sospensione colloidale è oggetto di alcuni studi per applicazioni biologiche e mediche e comunemente impiegato in omeopatia. L’ipotesi di partenza è che tutti i metalli rari presenti nel corpo umano sotto forma di oligoelementi abbiano influenza sull’organismo e sugli scambi intercellulari; è quindi logico dedurre che se uno solo di loro è in proporzione esagerata o insufficiente ne derivino dei disturbi nelle normali funzioni, disturbi che saranno all’origine della malattia. L’ORO è presente in quantità molto limitata: solo 0,2mg (calcolati su un uomo di 70 kg). Per dare qualche termine di paragone, l’ossigeno nel corpo umano pesa 43 kg: si tratta quindi dell’elemento più abbondante sulla Terra e anche nel corpo umano. Data l’impossibilità di brevettare i metalli colloidali è però improbabile che un’azienda farmaceutica investa nella ricerca sulle reali e complete proprietà dell’ORO.

    L’ORO colloidale è sostanzialmente un catalizzatore che facilita le funzioni fisiologiche. In caso di alterazione dei normali processi contribuisce a riequilibrarne le funzioni.  Viene consigliato per chi pratica sport, per chi studia e per chi lavora poiché è capace di migliorare l’efficienza motoria, la coordinazione dei movimenti, le funzioni cerebrali.

    Ecco riassunti gli usi più noti, in particolare per la pelle e le mucose:

    • rigenerante antietà;
    • stimola l’idratazione;
    • ridensificante;
    • velocizza la guarigione di ferite, scottature e ustioni.
    • antisettico (risciacqui alla bocca, per purificare le vie nasali);
    • coadiuvante nella cura di dermatiti, acne, rosacea.

    Effetti sulla psiche e sullo spirito

    Utile in caso di squilibri degli organi sessuali, esaurimento fisico e mentale dovuto a stress:

    • aumenta le funzioni cognitive, cioè le capacità che ci permettono una corretta interpretazione e gestione delle informazioni e la capacità di apprendimento. Vale a dire la memoria, l’attenzione, la concentrazione, la capacità di apprendimento e la percezione diventano più vivaci e veloci;
    • aumenta la libido (per uomini e donne);
    • produce sensazione di benessere;
    • può avere l’effetto di bilanciare e armonizzare, in particolare nei casi di instabilità mentale ed emotiva, come la depressione, S.A.D. (disturbo legato al cambio di stagione), malinconia, dolore, paura, angoscia, frustrazione, ansia e stress;
    • riduce le dipendenze da dolci, carboidrati, caffeina e nicotina;
    • è stato usato nella cura della dipsomania (il bisogno incontrollabile di assumere alcool).

    Più energia al tuo corpo:

    • riduce la stanchezza;
    • antinfiammatorio, analgesico: attenua i problemi neuroartritici (infiammazioni e dolori articolari o reumatici, artrosi, artrite reumatoide, borsite, tendinite);
    • migliora la vista;
    • equilibra le difese immunitarie, in particolare la funzionalità di alcuni tipi di globuli bianchi;
    • riduce le dipendenze da dolci, carboidrati, caffeina alcool e nicotina;
    • migliora l’appetito e la digestione;
    • rigenera le cellule cerebrali e nervose;
    • è stato usato per attivare la circolazione sanguigna;
    • regolatore ormonale (per le donne): aumenta la libido; utile nei casi di impotenza.
  • Non ve ne sono di note, anzi: l’ORO risulta altamente biocompatibile proprio grazie alla caratteristica di non provocare reazioni avverse da parte dell’organismo come reazioni allergiche, intolleranze, rigetto. Sul web circolano informazioni non documentate a proposito del rapporto antagonistico dell’ORO con altri minerali e vitamine; viene ovunque citato un fantomatico medico finlandese, il dr. Kolm, il quale affermerebbe che c’è un rapporto antagonistico fra ORO e SELENIO che potrebbe provocare danni all’organismo: si tratta di una bufala.

  • La carenza d’ORO nell’organismo pare essere una delle cause principali della sclerosi multipla e di molti disturbi neurologici. La carenza di questo metallo tenderebbe infatti a sconvolgere la capacità di assimilare minerali e vitamine, specialmente da parte dei tessuti muscolari e del sistema nervoso.

    Il corpo umano non assorbe l’oro in quantità rilevanti, per cui i suoi composti non sono normalmente considerati tossici. Tra gli effetti di rilievo derivati dall’assunzione di composti farmaceutici a base di Sali d’ORO sono da annoverare i segni dermatologici della crisiasi (detta anche crisosi, auriasi, aurocromodermia e crisodermia), cioè la deposizione di ORO nei tessuti della pelle e della sclera, la membrana che riveste l’occhio. Il fenomeno può manifestarsi visibilmente nella cornea e nella congiuntiva, in particolare un colorito grigio-bluastro della cute, più accentuato nelle zone esposte al sole e nell’area attorno agli occhi (visibili se esposte a Q-switched laser e lampade a fessura).

    A volte l’oro può accumularsi selettivamente nelle unghie, dando un colore giallognolo alle stesse.

     

  • Non è mai stato calcolato il fabbisogno giornaliero raccomandato per l’ORO: il metallo viene facilmente acquisito tramite l’alimentazione e all’organismo ne bastano piccolissime quantità.

    L’ORO colloidale si utilizza con un dosaggio tra i 10 ed i 30 ml ripartendoli nell’arco della giornata il più possibile. Sono consigliate 6 spruzzate nel cavo orale almeno 3 volte al giorno.                                                                                         

    Applicazioni topiche: spruzzare l’area interessata fino a bagnarla almeno 3 volte al giorno.

  • L’ORO alimentare di fatto è insapore, viene infatti usato soprattutto a scopo decorativo. Nella forma colloidale è possibile percepirne il sapore leggermente metallico, tutt’altro che sgradevole, che si distingue dall’ARGENTO perché quest’ultimo è più delicato, anche nelle forme maggiormente concentrate e dal PLATINO che risulta ancora più “dolce”.

ORO NATIVO

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